Buon sabato a tutti!
Il 14 luglio mi sono laureata al master MBA primo livello portando come tesi la cosmesi eco-bio dando un taglio economico quindi analizzando il settore, i trend di crescita, le certificazioni, ecc.
Ho coinvolto due bioprofumerie e un'azienda inviando loro un questionario da compilare per avere una loro visione sul tema.
Oggi pubblico la prima intervista fatta a Marina Ferrari, creatrice di Ricaricando e Bio Marina, che ho avuto il piacere di conoscere dal vivo al Sana. (spero a breve di scrivere un post riassuntivo sulla fiera!)
Ringrazio ancora una volta Marina per il tempo dedicatomi che per me ha significato molto!
1. Da dove nasce l’idea di produrre cosmetici ecobio?
Mi chiamo Marina Ferrari, ho 43 anni e nel 2011 ho deciso
di intraprendere un percorso che parte da un sistema basato sul desiderio di
diffondere una maggiore consapevolezza rispetto a quello che acquistiamo.
Avendo lavorato per molti anni come consulente nel settore
Retail, non mi trovavo più in sintonia con il sistema “economico” che era
passato in modo bulimico, dal produrre per consumare, al consumare per
continuare a produrre, al produrre per buttar via.
Le nostre risorse non sono infinite e questo lo stiamo
capendo da diversi punti di vista. Senza essere integralista o pensare di
cambiare attraverso atteggiamenti o comportamenti “ribellione”, nel mio piccolo
ho deciso di fare la differenza, creando dei brands che hanno l'obiettivo di
vendere e crescere attraverso lo sviluppo di nuovi obiettivi che l'imprenditore
oggi piu' che mai deve avere come visione: autenticità, onestà,coerenza, passione.
La mia missione è quella di distribuire una sostenibilità
bella e buon, ma il mio desiderio di comunicare va oltre la cosmesi
ecodermocompatibile. Quella è il mezzo per lanciare messaggi di buon senso e
attraverso prodotti che si occupano di bellezza ho pensato potesse essere più
immediato. Per questo ho puntato sulla slow-cosmetique in contrapposizione alla
fast-cosmetique.
2. Da quando è nata l’azienda ad oggi, quali sono
state le tappe principali/fondamentali percorse?
Imparare un mestiere, sbagliare, capire il mercato, in modo
particolare un mercato frammentato e disomogeneo come quello nato da pochi anni
e ancora di nicchia. Trovare il mio segmento ed investire in continuazione per
creare da diversi punti di vista la mia identità per essere riconosciuta
mantenendo la visione iniziale. Non avere fretta di guadagnare subito, dopo 5
anni, spesso ho momenti di crisi sia economici che finanziari, perché facendo
quasi tutto da sola, ho degli aspetti che sono ancora deboli e su qui devo
migliore.
3.
Riguardo al tema dell’ecologia, quali azioni hai adottato?
Per quanto riguarda Ricaricando ho creato prodotti
confezionati e alla spina.
Per tutti i punti vendita sensibili al tema dell'ecologia,
ho dato la possibilita' di avere un sistema alla spina attraverso tre semplici
passaggi:
·
Riusi (riutilizzare è più ecologico che
riciclare)
·
Riempi (ma con prodotti naturali, altrimenti
si è sostenibili a metà)
·
Rispetti (l’ambiente e te stesso coniugando in
modo davvero sostenibile contenuto e contenitore).
Per quanto riguarda BioMarina mi sono concentrata su una
sostenibilità più astratta ma non meno importante: amo trasmettere l’idea di
ripensare al tutto come un sistema imparando a diventare “alchimisti” in quello
che facciamo, trasformando qualcosa di grezzo in qualcosa di più raffinato
partendo principalmente da noi stessi. Questo, per me, significa che nel
momento in cui diventiamo più consapevoli, siamo in grado di scegliere anche
prodotti che invece che prometterci “miracoli” rispettano la nostra pelle e il
nostro micro-sistema.
4.Cosa spinge i consumatori, secondo te, ad acquistare
cosmetici eco-bio rispetto a quelli tradizionali?
Principalmente patologie o problematiche che dermatologi e
multinazionali cosmetiche/farmaceutiche non sono riusciti a risolvere, nella
semplicità a volte ci sono le soluzioni. Secondariamente una nuova
consapevolezza, anche se di nicchia, quindi un passaggio da uno stile di vita
ad uno stile di pensiero, prezzi competitivi rispetto alla qualità e
all'ecodermocompatibilità, infine passaparola e moda.
5.
I clienti sono più interessati all’impatto
ecologico/ambientale o agli ingredienti biologici?
Al momento, per chi decide di acquistare, la scelta degli
ingredienti fa la differenza.
6.
La certificazione conta molto?
Se si vuole entrare nel settore specifico, conta molto,
anche per entrare in alcuni mercati europei e mondiali.
7.
Qual è il vostro fatturato degli ultimi tre
anni? (2013-2014-2015)
Dovrei confrontarmi con il commercialista, ad ogni modo,
sono cresciuta ogni anno di un 5% eccetto l'anno scorso che ho avuto dei
problemi di percorso. Ma quest'anno sto rimediando.
8.
Quali obiettivi ti sei posta per i prossimi
anni?
Crescere nel mercato italiano ed estero, questo significa
continuare ad investire, investire ed investire.
9.
Quali canali pubblicitari e di distribuzione
utilizzate?
Social network (facebook/Instagram), bloggers anche se
quest'ultime con parsimonia.
I miei canali di distribuzione sono Bioprofumerie, farmacie
avanzate, qualche realtà della grande distribuzione e poi canali esteri.
10.
Si parla molto del ruolo delle blogger come
canale pubblicitario usato nei social network. Cosa ne pensi?
Ne pensavo molto male ed in parte ne penso ancora male, ma
se l'azienda riescie a selezionare ed instaurante un rapporto di lavoro autentico,
a lungo andare, non si può negare che ci sia un ritorno, ma va gestito. Nel mio
canale youtube, incontri con la bellezza, ho affrontato questo tema con una
blogger.
11.Ultimamente, grazie ai trend di forte crescita del settore
della cosmesi eco-bio, si assiste a numerose aperture di nuove bioprofumerie.
Come riesci a differenziarti?
La Bioprofumeria fisica e online e' il canale che
prediligo, però è ancora molto immaturo, credo il problema dipenda dal fatto
che le proprietaria sono molto giovani ed è un'imprenditoria che deve crescere
e capire chi vuole diventare. Non credo che il problema della differenziazione
tocchi principalmente i produttori e i distributori, a mio avviso il problema
della differenziazione riguarda il retail stesso delle bioprofumerie. Io mi
limito ad una selezione e purtroppo non sempre mi posso permettere di
selezionare.
12.
Cosa ti aspetti nel futuro del mondo green?
Una nuova e sana capacità di diventare un sistema
imprenditoriale.
Concludo lasciandovi una foto scattata al Sana domenica scorsa.
Ilaria
Bella cosa Ila, e bella la disponibilità di Marina, pensare ad un mercato diverso è da coraggiosi, speriamo che anche questo mondo, che sta vivendo un boom non indifferente, non si lasci persuadere dai meccanismi classici del consumo legato solo al creare nuove necessità.
RispondiEliminaHai ben espresso il concetto! Spero inoltre che ci sia maggiore consapevolezza e maggiore diffusione di informazioni corrette. Non deve esssere una moda ma uno stile di vita.
EliminaMarina è stata molto disponibile..non me l'aspettavo!